giovedì 11 dicembre 2014

intermezzo

a volte non scrivo per un po'.
Capita.
Talvolta non scrivo semplicemente perchè non ho nulla da dire.
Altre volte, come succede ultimamente, è perchè mi si affollano molti pensieri e si ingolfano creando un bell'ingorgo nella mia materia grigia, e restano lì imbottigliati.
Avrei voluto scrivere di Samantha Cristoforetti, della sua avventura nello spazio, di come le sia stato dato pochissimo rilievo in televisione, di quanta strada ha dovuto percorrere PRIMA di partire per lo spazio e intraprendere quello che a noi è parso l'INIZIO di una straordinaria avventura.
Avrei voluto scrivere di quanto poca prospettiva sappiamo dare ai nostri figli, che vengon su con l'idea che se hai stoffa lo si capisce dopo 4 settimane di selezione in un talent show.
Ma poi accade che la vita prenda strani risvolti.
E mentre tu festosamente addobbi la tua casa preparandoti al Natale , qualcuno muore. Non necessariamente qualcuno che conosci, la ferita non è necessariamente tua. Ma si crea una disarmonia nella sinfonia del quotidiano e capita che a dover fare i conti con tutto questo sia una bambina di 7 anni che la mattina lascia la casa festosa e a luci intermittenti per trascorrere 8 ore in una classe di scuola austera dove una maestra faticosamente cerca di dare una misura ad una sofferenza incommensurabile.
Così  Samantha resta lassù nello spazio e qua sulla terra ci si ricorda di un libro acquistato chissà quando, ma non tanto tempo fa e che sembra fosse lì ad aspettare di servirti in questo momento.
Il libro è  "I pani d'oro della Vecchina" di cui ho già parlato qui
Non ve ne parlarò nuovamente, per quanto la mia recensione di allora non mi piaccia né mi soddisfi.
Dirò solo che quel libro ha in se qualcosa di profondamente vero, tanto che più lo leggi e più ti parla, più leggi le illustrazioni e più il cuore si riposa. Domani andrò a leggerlo a scuola da Valeria, perchè nel profumo caldo del pane convivono la vita e la morte in un modo che consola e sazia, e i bambini hanno bisogno di sapere questo: che la morte e la vita danzano insieme, abbracciate e nostalgiche una dell'altra. In un disegno più profondo di quanto non ci sia dato di capire, davvero " stupenda è per me la tua sapienza, troppo grande e io non la comprendo", recita il salmo 138.
Poi vi racconterò.
l'alba vista dallo spazio

Nessun commento:

Posta un commento