giovedì 14 novembre 2013

Il perché e il percome

Quando, oramai sei anni fa, andai a Sarmede per frequentare una settimana di corso con il maestro Junakovic sapevo solo che nelle mie giornate mancava il colore e avevo bisogno di imparare ad usare l'acrilico.
Ero giovane e durante le lezioni mi ero lasciata guidare fino a far emergere dal mio immaginario le mie emozioni. Alcuni dei risultati di quella settimana di lavoro sono ancora insuperati nella mia, per altro scarsa, produzione successiva.
una delle tavole prodotte durante il corso a Sarmede

In seguito ho frequentato altri corsi con altri illustratori, editori, artisti, corsi brevi corsi lunghi.
Perchè dal bisogno di maneggiare i colori è nata l'ambizione di riuscire a diventare illustratrice.
Ambizione faticosamente coltivata, in lotta sempre col mio io che mi dice di lasciar perdere, che vuoi fare tu che hai fatto il classico, che ne sai tu di libri e pennelli, di ritmo tra le pagine e di colori che reggono alla stampa? Che ne so? Niente, eppure non sono ancora riuscita a trovare una vera motivazione per lasciar perdere. C'è solo una cosa. Mi ero data un ultimatum. Mi sono detta che se nel giro di 3 fiere del libro non fossi riuscita a produrre qualcosa in grado di interessare un editore avrei lasciato perdere e avrei continuato a dipingere i biglietti di Natale per le mie zie, consolazione e gioia della mia arte. Fin'ora sono stata solo 2 volte alla fiera del libro di Bologna.
Così per affrontare la fase finale della mia avventura artistica, per non avere alibi, per tirar fuori tutta la mia potenzialità, mi sono iscritta all'ennesimo corso, ma questa volta molto specifico.
Si tratta di un corso con l'illustratore Miguel Tanco dal titolo programmatico: LABORATORIO –ILLUSTRAZIONI di ALBI ILLUSTRATI- Corso Base (Preparazione di un progetto personale per Bologna Book Fair 2014).
Il corso è iniziato solo settimana scorsa ma mi ha mostrato subito che non puoi cercare lavoro nel mondo dei libri se non sei disposto a metterti in gioco e attingere al tuo mondo personale.
Così, di punto in bianco, il primo giorno di corso, mi sono trovata di fronte ad una grandissima difficoltà: rientrare nel mio mondo.
"Dentro di me c'è una melodia che a volte vorrebbe tanto essere tradotta in parole sue. Ma per  la mia repressione, mancanza di fiducia, pigrizia e non so che altro, rimane soffocata e nascosta", ( Etti Hillesum, Diario 1942-1943, Lunedì mattina, 20 ottobre).
Mi aspetta un lavoro difficile, come ripercorrere tutto il tragitto di una giornata per ritrovare le chiavi di casa, smarrite chissà dove.
Ma non chiedetemi se sono pronta, perchè sono cresciuta negli anni Ottanta, non potrei che rispondervi in un modo: 


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